7 MAGGIO 2012, MOGADISCIO – Non dà
segno di arrestarsi la pirateria in Somalia.
Un nuovo attacco dei pirati ha infatti colpito diverse imbarcazioni, stamane, stazionate a largo della costa della capitale Mogadiscio. Il copione, in questi casi, è generalmente sempre lo stesso: un gruppo di uomini, armati di machete e fucili, si avvicinano alle barche a bordo di un motoscafo, fanno razzia di beni e provviste, ed prendono ostaggi. Quel che incuriosice le autorità somale, però, fa riferimento alle testimonianze dei supertiti, che hanno delineato, con la loro ricostruzione, scenari del tutto insoliti in un meccanismo tristemente ben conosciuto
Un nuovo attacco dei pirati ha infatti colpito diverse imbarcazioni, stamane, stazionate a largo della costa della capitale Mogadiscio. Il copione, in questi casi, è generalmente sempre lo stesso: un gruppo di uomini, armati di machete e fucili, si avvicinano alle barche a bordo di un motoscafo, fanno razzia di beni e provviste, ed prendono ostaggi. Quel che incuriosice le autorità somale, però, fa riferimento alle testimonianze dei supertiti, che hanno delineato, con la loro ricostruzione, scenari del tutto insoliti in un meccanismo tristemente ben conosciuto
I testimoni hanno riferito che i
pirati, stavolta, non erano affatto africani, bensì bianchi,
apparentemente di razza caucasica, anche se non gli è stato
possibile determinare con precisione il Paese di provenienza. I
pirati avrebbero pronunciato, in una lingua finora incomprensibile,
alcune frasi quali "tel chi el terun" e "va a ciapà i
rat", ben udite dai testimoni, ma che diversi esperti linguisti
non sono stati in gradi di tradurre, seppur dopo strenui tentativi.
Altro aspetto che ha attirato l'attenzione delle autorità riguarda
il fatto che, secondo le testimonianze, i pirati avrebbero indossato
abiti eleganti al momento della razzia.
<Camicia, giacca e
cravatta> riporta un supestite <e uno strano fazzoletto verde
sul taschino della giacca>
<Sembravano tutte persone distinte e
rispettabili, ma non lo erano affatto> prosegue nel racconto
<Il loro capo, invece, era uno
strano individuo, più giovane, con una strana espressione da pesce,
per non dire proprio una faccia da coglione. Aveva addosso una
T-shirt verde con una scritta bianca a grandi caretteri che diceva
"ROMA CORSARA">
I pirati non avrebbero infine preso
alcun ostaggio, ma avrebbero portato via un forziere, pieno d'oro e
gioielli, e un'antica mappa che, secondo gli inquirenti, <serve a
rivelare dove è situato il tesoro di Palazzo Chigi>
Dopo aver tracciato diversi identikit,
la polizia ha arrestato Renzo Bossi come principale sospettato.
Bossi è stato poi rilasciato, sulla
base del fatto che non era stato in grado di localizzare la Somalia
sulla mappa
by JOE FRANGIFLUTTY
by JOE FRANGIFLUTTY
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